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Disinfezione delle sementi, metodi domestici.

29 Marzo 2017 2 comments Articolo Blog

La disinfezione delle sementi è qualcosa a cui normalmente si arriva dopo varie disavventure.

Con il tempo mi sono fatto l’idea che assomigli un po a quando, prima di partire per un viaggio, si faccia uno scrupoloso controllo della propria vettura.

Il viaggiatore (è un viaggio nel tempo quello del giardiniere) è tutto preso dall’aspettativa del percorso e non vorrebbe altro che poter pianificare dove andare con lo sguardo, immaginare dove incontrerà quella macchia di colore, assaporare mentalmente quell’odore o sapore.

Il sogno, dettagliatamente vergato su bozze e schemini, non aspetta altro che l’arrivo.

Eppure in questo luogo per fortuna ci dobbiamo arrivare, attraverso un percorso.

La pratica del giardinaggio, appunto.

 

Nell’inedita veste di agente di viaggio mi trovo quindi a farvi qualche domanda:

  • Siete degli appassionati coltivatori in grado di produrvi da soli, almeno in parte, le sementi di cui avete bisogno per le vostre coltivazioni?
  • Ricevete in dono numerosi semini, da parte di appassionati come voi?
  • Vi dedicate alla semina di essenze esotiche, di piante rare, provenienti da lontano?

In tutti questi casi la disinfezione dei semi è una buona pratica alla quale dovreste far attenzione:

  • Per migliorare la percentuale di plantule sane ottenibili con la semina
  • Per evitare di diffondere e propagare malattie in semenzali e coltivazioni
  • Per evitare di introdurre accidentalmente malattie o insetti nuovi nel nostro paese

 

Siccome il nostro viaggio è solo virtuale, perché non approfittare allora del fatto che in realtà rimarremo comodamente a casa? Perché non approfittare di comodi utensili domestici?

La furia di vostra moglie potrebbe essere un buon motivo. Ma del resto non è detto che ne abbiate una.

E comunque, diciamocelo, nessun viaggio è davvero sicuro.

 

 

La disinfezione delle sementi, quando:

Il momento giusto per effettuare la disinfezione dei semi varia in funzione del metodo adottato, ma in generale è buona pratica procedere alle disinfezioni dopo la raccolta e prima dello stoccaggio o prima di scambiarli con altre persone.

 

Quale disinfezione?

Quale è, fra le tante proposte, la disinfezione che fa per voi? Beh questo dipende dalla malattia dalla quale vi volete difendere.

Se pensate di avere un problema di virosi, perché magari avete osservato dei segni sospetti sulle piante che hanno prodotto i semi, o perché sapete che la specie è suscettibile al problema, è meglio procedere con la termoterapia a meno che non si abbiano informazioni valide sul modo in cui il virus viene trasmesso.

Se il virus è in grado di penetrare all’interno dei tegumenti, fino all’embrione, una disinfezione esterna sarebbe infatti inefficace.

Naturalmente, ancora prima di questo, viene una corretta selezione delle piante da cui il seme verrà prelevato. Piante virosate dovrebbero essere rimosse immediatamente dalle vostre produzioni.

Se il problema è legato invece a marcescenze, mal del piede, morie diffuse dei semenzali, allora è possibile che con una disinfezione superficiale riusciate ad ottenere buoni risultati.

 

Virus pattern
Virus pattern
Moria dei semenzali su piantine di cucurbitacee.
Moria dei semenzali su piantine di cucurbitacee.

 

Entrando più nello specifico: i fitopatologi dividono comunemente i patogeni in biotrofi e necrotrofi.

I primi sono parassiti molto evoluti, in grado di nutrirsi da tessuti vegetali senza determinarne la morte, almeno fino a quando la colonizzazione non raggiunge un livello elevato.

I secondi sono patogeni distruttivi, che inevitabilmente portano alla morte i tessuti sui quali si accrescono.

Non tutti i patogeni hanno dei comportamenti ben definiti ed alcuni presentano comportamenti intermedi.

In generale è possibile che un biotrofo si insedi all’interno di un seme senza determinare segni visibili, magari sviluppando una relazione con l’embrione.

Un necrotrofo non si troverà necessariamente all’esterno, è anche possibile penetri maggiormente in profondità.

La tabella che segue, serve quindi a dare una immagine generale ma non fatevi l’idea che esista una relazione del tipo: biotrofo-dentro, necrotrofo-fuori.

Questa idea non è corretta e potrebbe trarvi in inganno, benché sia probabile che un biotrofo trasmissibile per seme si trovi ben più in profondità di quanto possa apparire, anche senza segni visibili.

 

Nella tabella che segue (visualizzabile cliccando questa riga)  trovate alcuni esempi, con indicati esempi circa le specie vegetali suscettibili: 

 

Patogeno Pianta Nec Bio
Acroconidiella tropaeoli Nasturzio x
Albugo candida – Albugo occidentalis Crocifere (cavoli, rape) x
Alternaria alternata Varie x
Alternaria carthami Cartamo x
Alternaria brassicicola Varie x
Alternaria brassicae Varie x
Alternaria dauci Apiacee, carota x
Alternaria radicina Apiacee, carota x
Alternaria senicionis Cineraria x
Alternaria tomatophila/solani Solanacee x
Alternaria zinnie Zinnia x
Alternaria cosmosa Cosmos x
Ascochyta gossipii Hibiscus, cotone x
Ascochyta pisi Varie x
Bremia lactucae Lattuga x
Botrytis aclada Alliacee x
Botrytis cinerea Varie x
Botrytis allii Varie x
Centrospora acerina Viola, primula, prezzemolo x
Cercospora kikuchii  Soia x
Cladosporium variabile Spinacio x
Collectotrichum dematatium Fabacee, spinacio, Malvacee, Solanacee x
Corynebacterium fascians Tropaeolum major x
Corynespora cassicola Malvacee
Didymella bryoniae Cucurbitacee x
Didymella lycopersici Solanacee x
Erisiphe polygoni  Bieta x
Erwinia carotovora Varie x
Fusarium oxysporum f.sp. radiceslycopersici Solanacee, Malvacee x x
F.solani f.sp. cucurbitacae Cucurbitacee x x
Fusarium oxysporum f.sp. Spinaceae Spinacio x
Helminthosporium cactivorum Varie x
Heterosporium trapeoli Tropaeolum major x
Leptosphaeria maculans (Phoma lingam) Crocifere x
Peronospora arthuri Clarkia, Gaura, Godetia x
Peronospora farinosa f. sp. betae Amarantacee x
Peronospora farinosa f.sp. Spinaciae Spinacio x
Phoma betae Amarantacee x
Phomopsis vexans Solanacee x
Phytophthora destructive var destructive Solanacee x
Phytophthora infestans Solanacee x
Phytophtora cactorum Varie x
Pythium ultimum Varie x
Plasmodiophora brassicae  Crocifere x
Ramularia cyclamenicula Cyclamen x
Rhizoctonia solani (mal del colletto) Varie x
Septoria . lycopersici Solanacee x
Septoria lactucae Composite x
Stemphyllium botryosum Spinacio x
Tilletia Graminacee x
ToMV Varie x
TSWV  Senecio, Solanacee x
Ustillago Graminacee x
Verticillium dahlie Varie x
Xanthomonas campestris pv campestris Crocifere x
Pseudomonas syringae pv pisi pisello x
Xanthomonas campestris pv phaseoli  Poaceae x

 

In ogni caso, rispetto alle patologie delle sementi, quello che si cerca di definire è:

la “tale” malattia è in grado di risiedere all’interno dei semi, senza pregiudicarne la vitalità?

La risposta a questa domanda condiziona la pratica di disinfezione delle sementi.

 

Una disinfezione superficiale (dei tegumenti) non è efficace nel devitalizzare patogeni all’interno del seme.

Di seguito troverete metodi efficaci in entrambi i casi :

  • metodi di disinfezione delle sementi mirati all’eliminazione di patogeni sulla superficie 
  • metodi di disinfezione delle sementi mirati all’eliminazione di patogeni anche all’interno

 

La disinfezione dei tegumenti con metodo chimico:

Disinfezione delle sementi con ipoclorito di sodio 

La disinfezione delle sementi con ipoclorito di sodio è probabilmente la più diffusa ed è spesso suggerita nei confronti delle patologie del piede della pianta.

L’ipoclorito rimuove le spore ed i miceli presenti sui tegumenti, ripulendo il seme.

E’ quindi anche molto utile per liberare, tramite ammollo, i semi dai residui dei frutti.

 

 

Come

Occorre utilizzare una soluzione allo 0,4%  di cloro attivo, in cui immergere i semi di pomodoro e peperone tenendo in agitazione per 10 minuti; al termine risciacquare molto bene per eliminare completamente il cloro che potrebbe danneggiare il germinello.

Siccome il cloro contenuto nella comune Candeggina si trova solitamente in commercio al 5% la regola è di mettere una parte di candeggina al 5% in 12,5 parti di acqua.

Tuttavia, usando l’amuchina, sicuramente priva di profumi, è necessario aumentare la dose.

L’amuchina infatti contiene l’1,6% di cloro ed è pertanto necessario mettere una parte di amuchina in 4 parti di acqua.

I semi vengono immersi da asciutti, agitando per 10 minuti.

Disinfezione delle sementi con l’aceto 

Il metodo dell’aceto prevede l’utilizzo di aceto diluito.

Come

Si prende una parte di aceto e si diluisce in 9 parti di acqua.

Di solito si aggiunge solfato di ferro (è comunemente impiegato per contrastare le clorosi ferriche) anche questo diluito al 10 %.

Per prepare un litro di soluzione useremo quindi:

100 ml di aceto

100 g di solfato ferrico (opzionale)

900 ml di acqua.

I semi vanno immersi da asciutti e lasciati in acqua per 40 minuti. Successivamente vanno asciugati.

Disinfezione delle sementi con il limone 

Il metodo del limone è ampiamente utilizzato su varie essenze. Fra le ortive è di solito suggerito per evitare reinfestazioni di peronospora (Phytophtora infestans ad esempio).

 

Come

Si utilizzano poche goccie in un bicchiere di acqua.

(Per le persone precise è necessaria una soluzione 0,6 Molare di acido cloridrico).

Il tempo di immersione varia, a secondo delle fonti e delle concentrazioni, dai 5 ai 10 minuti.

Disinfezione delle sementi con l’acqua ossigenata 

Se avete avuto problemi di batteriosi durante le contivazioni, una buona idea potrebbe essere quella di utilizzare l’acqua ossigenata.

Come

Il metodo prevede la realizzazione di una soluzione al 3% e successiva immersione per 30 minuti.

L’acqua ossigenata è di norma una soluzione al 3% quindi potete utilizzarla tal quale.

Disinfezione delle sementi con il fosfato trisodico 

Il fosfato trisodico può essere utilizzato in alternativa all’ipoclorito di sodio o ad altri mezzi chimici, oppure può essere utilizzato in abbinamento a questi, per una migliore prevenzione.

Come

La pratica prevede l’immersione in una soluzione di acqua e fosfato trisodico al 10%  (10 grammi in 100 ml).

E’ necessario risciacquare abbondantemente.

Il fosfato trisodico può anche essere utilizzato per la disinfezione delle superfici ed è facilmente reperibile in rete.

 

Il metodo biochimico:

Disinfezione delle sementi attraverso la fermentazione delle bacche 

Fra i metodi biochimici uno dei più interessanti (l’unico che riportiamo quì) è la fermentazione delle bacche. E’ un metodo che si applica prevalentemente ai semi contenuti in frutti a polpa deliquescente (bacche appunto) ed in particolare con le solanacee quali pomodoro o peperone.

Come

Si prendono dei recipienti di vetro e si pongono all’aperto ed all’ombra. All’interno, lasciandoli aperti, vengono messi i frutti.

I frutti inizieranno piano piano a fermentare. Durante il procedimento mescolare la massa abitualmente, liberando in questo modo i semi dalla polpa.

Con il tempo si formeranno dei funghi sulla superfice della gelatina.

Questi funghi (Geotrycum candidans) assieme ai batteri lattici agenti della fermentazione (Oospora lactis) opereranno la devitalizzazione di diversi patogeni.

Il procedimento può essere concluso quando i semini saranno completamente separati dalla polpa e giacenti sul fondo.

A questo punto vengono vagliati in un setaccio, sciacquati in acqua fedda e lasciati asciugare accuratamente.

La durata è variabile in funzione deglla temperatura raggiunta con la fermentazione (misurabile con il termometro) e della zona climatica. Anche il periodo è importante, così come il tenore zuccherino delle bacche in fermentazione.

 

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  • Nelle regioni calde, con temperature di 30-35 gradi (quindi in estate o a fine estate) sono sufficienti 6-12 ore di fermentazione.
  • Negli areali meno caldi ma temperati (23-30 gradi) sono necessari 2-3 giorni.
  • Per bacche poco zuccherine, che producono fermentazioni poco energiche o nelle zone più fredde sono necessari 3-4 giorni (temperature 18-23 gradi).

Si consiglia di utilizzare per il procedimento sempre gli stessi contenitori, solo sommariamente lavati, allo scopo di non perdere i microorganismi e di avere in futuro fermentazioni più pronte.

Si sconsiglia l’utilizzo di recipienti in metallo.

 

I metodi fisici:

Disinfezione delle sementi attraverso la termoterapia 

La termoterapia permette di disinfettare il seme anche all’interno.

E’ quindi un metodo che permette di ottenere una disinfezione anche completa, proteggendo in particolare da infezioni virali, o funginee specializzate in grado di assicurarsi una posizione di comodo all’interno del seme.

Quando si ha a che fare con questo genere di patogeni una mera disinfezione superficiale non è sufficiente.

Il metodo però è traumatico per i semi.

Le temperature e i tempi devono essere verificati in modo attento perché i semi più deboli potrebbero ricevere una riduzione di germuinabilità o persino essere devitalizzati.

 

 

I due metodi termici di riferimento disponibili a livello amatoriale sono la termoterapia in acqua calda e la termotrapia in aria calda.

Il primo metodo è maggiormente delicato, permette di operare a temperature più basse ed è più veloce. Per questi motivi la termoterapia in acqua è maggiormente diffusa utilizzata e sperimentata.

La termoterapia in aria calda è maggiormente utilizzata per quantitativi importanti e si può realizzare attraverso l’utilizzo di un forno.

Non ne parleremo in questo articolo, dato che poco diffusa e piuttosto rischiosa per i semi.

La termoterapia in genere non è molto adatta a semi di leguminose o a semi a buccia sottile che tendono ad assorbire velocemente grandi quantitativi di acqua.

Attenzione:

I trattamenti termici riducono drasticamente la longevità dei semi e sono molto pesanti a volte fatali per semi vecchi. Riguardo a questa tecnica la cosa migliore è praticarla subito dopo la raccolta o comunque dopo non molto temopo. E’ in generare buona norma (per quanto non sia una regola fissa)  seminare dopo un anno al massimo da ltrattamento termico, evtando lo stoccaggio prolungato.

Temoterapia in acqua calda 

Il metodo si divide in cinque fasi:

1 ) Imbibizione preventiva dei semi.

I semi vengono lasciati riposare in acqua affinché imbibiscano. L’acqua ha il duplice scopo di favorire la ripresa vegetativa da parte dei patogeni e di permettere una più omogenea diffusione del calore. Permanenze in acqua non troppo lunghe non dovrebbero causare la spinta ripresa metabolica  del seme. E’ comunque bene non prolungare questa fase eccessivamente e non superare le 6-12 ore di imbibizione.

Il volume di acqua da impiegare dovrebbe essere da 5 a 10 volte quello occupato dai semi.

2) Fase intermedia.

La fase intermedia viene svolta su acqua a temperatura leggermente più bassa (almeno 10 gradi) di quella finale. In questo modo si risparmia al seme il trauma del passaggio dall’acqua fredda a quella calda. La durata di questa fase è di 1-2 minuti.

3) Trattamento termico

prevede l’immersione ed il mantenimento dei semi alla temperatura finale.

La temperatura dovrà essere scrupolosamente mantenuta durante tutto il tempo necessario.

Pianta Temperatura Minuti
Amaranthaceae 52 20
Apiaceae 50 20
Asteraceae 48 30
Brassicaceae 50 20-25
Broccolo 50 20
Carota 50 20
Cavolfiore 50 20
Cavoli Bruxelles 50 25
Cavolo 50 25
Lattuga 50 15
Melanzana 50 25
Peperone 50 15
Pomodoro 50 25
Rapa 50 20
Ravanello 50 15
Sedano 50 15
Spinacio 50 25

 

Immergere i semi in acqua a temperatura troppo elevata per poi farla secendere durante il procedimento non va bene.

La massa deve essere costantemente misurata con un termometro possibilmente preciso , ed agitata.

E’ possibile operare con una normale pentola ed un fornello a gas. E’ necessario regolare la temperatura in modo scrupoloso rimescolandola spesso ed impedendo che i semi giacciano sul fondo, dove probabilmente la temperatura sarà più alta.

E’ anche possibile operare attraverso l’impiego del Bimby come vedremo successivamente.

4) Raffreddamento

I semi vengono posti in acqua fredda per 5 minuti

5) Asciugatura

I semi vengono fatti asciugare accuratamente in strati sottili, su carta ed in ambiente areato, cambiando la carta periodicamente finché non rimane asciutta anche per un paio di giorni.

Questo qualora non vengano seminati direttamente.

Trattamento termico con il Bimby® 

Mantenere la temperatura costante durante la termoterapia è uno degli aspetti più complicati del metodo.

Per le temperature di 50 gradi è però utilizzabile il Bimby®, che manterrà la temperatura costante e la massa in agitazione.

Durante il procedimento i semi possono essere confezionati in delle garze o in altro modo.

Personalmente uso una pallina da tisana per piccole quantità o un calzino (si lo so, equivale a una dichiarazione di guerra, ma è comodo) per quantità maggiori.

Nel caso si utilizzi il Bimby® è necessario:

  • Lasciare imbibire i semi per 6-12 ore in acqua fredda
  • Confezionare i semi in maniera da proteggerli, con una pallina per tisane o in altro modo
  • Selezionare la temperatura 37 °C
  • Selezionare 10 minuti ed attendere il raggiungimento della temperatura
  • Verificare la temperatura
  • Selezionare la modalità antiorario
  • Selezionare nuovamente la temperatura 37 °C immergendo i semi per la fase di pre-riscaldamento
  • Selezionare 2 minuti sul timer
  • Attendere l’allarme sonoro alla scadenza del tempo, al termine del quale i semi verranno rimossi
  • Selezionare la temperatura 50 °C attendendo 10 minuti
  • Verificare la temperatura, se sotto i 50°C attendere ancora qualche minuto
  • Selezionare il tempo desiderato immergendo i semi per la fase termica e per la durata necessaria
  • Rimuovere i semi mettendoli in acqua fredda per 5 minuti
  • Pulire ogni cosa, pena la morte

 

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E’ necessario evitare che le lame danneggino i semi e che eventuali masse impediscano la rotazione delle lame provocando l’inceppamento del robot (cosa che potrebbe costarvi abbastanza cara).

A questo scopo è possibile impiegare una pallina per tisane in metallo, che, in modalità antiorario (non dimenticatela) rimbalzerà senza problemi.

Se userete il calzino, sfidando le ire fineste della Pelide di casa, dovrete realizzare una pallina, come descritto in foto.

Disinfezione delle sementi per congelamento 

Il metodo per congelamento è finalizzato all’eliminazione di insetti (o uova  di insetti) eventualmente presenti sul/nel seme.

Per scongiurare infestazioni di insetti è anche molto importante che le raccolte vengano svolte tempestivamente e che lo stoccaggio avvenga quando i semi sono puliti e liberi dai resti dei frutti.

E’ bene far asciugare il prezioso raccolto con molta attenzione prima del congelamento.

Non congelate se pensate che i semi non siano ben disidratati, perché si potrebbero formare aghi di ghiaccio all’interno, pregiudicandoli completamente.

Del resto lo stoccaggio di seme umido non è una buona pratica, a causa delle muffe.

Il congelamento viene svolto in contenitori chiusi ermeticamente a temperature di:

  • -20 °C per 10 ore
  • -10 °C per 65 ore

Potete verificare la temperatura del vosto congelatore utilizzando dei termometri  adatti. Il buon vecchio Min-Max va più che bene, diversamente anche quì sono disponibili strumenti più sofisticati.

 

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In genere i pozzetti congelatori sono in grado di raggiungere temperature anche minori. E’ opportuno che verifichiate bene, magari tarando la macchina attraverso il regolatore della pompa di calore. Il congelatore integrato del frigorifero non raggiungerà temperature molto basse. Anche questo è in genere regolabile, anche in digitale nei dispositivi moderni.

 

Il metodo biologico:

La concia biologica delle sementi 

La concia biologica consiste in una concia (un trattamento) dei semi attraverso l’impiego di prodotti biologici a base di funghi o altri microorganismi con azione funghicida.

 

Prodotto a base di micorrize del genere Glomus e Thricoderma

 

Fra i prodotti utilizzati ad esempio:

  • Rizocore 5 mg/sqm concia umida. Prodotto a base di micorrize appartenenti al genere Glomus e Thricoderma
  • Bacillus subtilis FZB24 WG

 

 

Tags: Bimby, Disinfezione dei semi, Disinfezione delle sementi, Fermentazione delle bacche, Micorrize, Patologia delle sementi, Termoterapia, Thricoderma

2 commenti

  • Laura Caratti 31 Marzo 2017 a 9:36 am - Rispondi

    Gent.mo dottore,
    ho letto con attenzione il suo articolo così esaustivo e dettagliato ma mi rimangono alcuni dubbi.
    Credo che il virus che insidia i miei pomodori sia il TSWV, le foglie avvizziscono e la produzione dei frutti si interrompe prematuramente perché la pianta è troppo debole.
    Per disinfettare bene i semi di pomodoro potrebbe consigliarmi un metodo semplice ma efficace?
    Di solito faccio fermentazione i frutti prima di raccogliere i semi, ma finora non ho mai provato altri sistemi e non saprei quale scegliere tra quelli che ha illustrato. Grazie per l’interessantissimo blog

  • Alessagro 1 Aprile 2017 a 11:49 pm - Rispondi

    Gent.ma Laura
    Anzitutto grazie per la partecipazione e per i commenti.
    La questione delle virosi via seme è problematica e nel tempo metodi differenti di diagnosi hanno fornito risultati contrastanti.
    Questo in particolar modo per il TSWV.
    Sebbene alcuni studi avessero inizialmente fornito elevati tassi di trasmissione per seme, con il tempo il rischio è stato via via ridimensionato sino a valori molto bassi, circa l’1% secondo il report a seguito:
    http://vegetablemdonline.ppath.cornell.edu/factsheets/Virus_SpottedWilt.htm

    Interessante anche il fatto che nonostante sia possibile rinvenire il virus in ogni parte di una pianta malata, sembra che gli embrioni nei semi non vengano coinvolti.
    Le particelle virali rimarrebbero al limite localizzate nei tegumenti, tanto che in alcuni casi è stato osservato un fenomeno di discoloramento rispetto a semi sani (figura 6).
    http://www.apsnet.org/edcenter/intropp/lessons/viruses/Pages/TomatoSpottedWilt.aspx

    E’ quindi possibile che il TSWV arrivi ad infettare i semi, ma si tratta di eventi di portata molto limitata e complessivamente la virosi non è temuta per la sua capacita di trasmettersi via seme.
    Molto più temuta è, invece, la diffusione operata dai tripidi, che agiscono come vettori.

    Premesso questo risulterà chiaro il perché le infezioni più severe di TSWV si manifestino in coltura protetta piuttosto che in piena terra:
    A causa delle condizioni sicuramente più favorevoli alla proliferazione dei tripidi.

    Sarebbe quindi, allo scopo di togliersi il dubbio, senz’altro interessante poter verificare almeno del materiale fotografico, data la mole consistente di problematiche che possono affliggere la coltura.
    Addirittura si potrebbe verificare in maniera ancora più accurata utilizzando un Lateral Flow Device, un test molto veloce ed abbastanza sicuro (in sostanza molto simile ad un test di gravidanza) in grado di confermare o smentire questa ipotesi.
    Questi test sono reperibili in rete e non particolarmente cari.

    A proposito del risanamento:
    Rispetto ad alcune virosi del pomodoro risultati interessanti sono stati ottenuti sia attraverso la termoterapia, sia attraverso la disinfezione dei tegumenti con fosfato trisodico, sia attraverso l’impiego di acido cloridrico con l’intento di risanare semi dal ToMV piuttosto che dal TSWV. Nel primo la trasmissione via seme può infatti generare infezioni primarie interessanti, mentre nel secondo la gamma degli ospiti è talmente ampia ed il vettore così diffuso, da far passare la trasmissione via seme in secondo piano.
    (Anche il ToMV, comunque, nella maggioranza dei casi tende a localizzarsi nei tegumenti).
    Il più semplice che ho trovato è l’ammollo in 100g/l di fosfato trisodico per 15 minuti da preferire rispetto al metodo termoterapico (50 °C in acqua per 25 minuti) , perché meno rischioso per la vitalità del seme.

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